Il soccorso alpino svizzero rinuncia al San Bernardo. Addio ad un’icona. Ora sono nel welfare

Cambiano i tempi anche per il soccorso alpino. Il mitico San Bernardo, razza che è entrata nella storia e nell’immaginario collettivo come il pastore da salvataggio in montagna per antonomasia, va in pensione.

Non più soccorso in alta montagna, ma sostegno ad anziani, bambini e disabili.

Considerati troppo grandi e pesanti per salire sugli elicotteri del soccorso alpino, sono stati destinati a soluzioni più “smart” ma comunque sempre con una funzione sociale di grande rilievo.

LA SVIZZERA LI IMPEGNA ORA NEL SOCIALE

I sette cuccioli di San Bernardo nati un mese fa alla Fondazione Barry di Martigny (canton Vallese), saranno infatti venduti a famiglie o utilizzati per visite sociali in case per anziani o in scuole, una volta svezzati. I sette cagnolini – cinque femmine e due maschi – fanno parte della prima cucciolata di mamma Edène, nata due anni fa alla Fondazione Barry.

Allo stato attuale sono circa 30 San Bernardo che vivono alla Fondazione e ogni anno nascono in media 20-25 cuccioli con pedigree. Se taluni rimarranno a Martigny per proseguire l’allevamento, la maggior parte sarà collocata in famiglie accuratamente selezionate.

UNA WEB CAM PER “GLI ULTIMI” CUCCIOLI

In attesa di ammirarli dal vivo, è possibile seguire quotidianamente la loro evoluzione attraverso la webcam sul sito web della fondazione.

All’epoca, i cani intervenivano attorno all’ospizio del Gran San Bernardo, dove vivevano, e servivano anche a sostenere gli uomini in attività legate al trasporto. Ma “con l’utilizzo degli elicotteri, i soccorritori hanno preferito loro razze più leggere”, ha spiegato oggi all’agenzia Keystone-ATS Manuel Gaillard, responsabile cinofilia alla Fondazione Barry.

IL SOCCORSO ORA IMPIEGA CANI PIU’ LEGGERI

“Il San Bernardo non è più utilizzato a causa delle sue dimensioni e del suo peso”, che può raggiungere gli 80-85 chili, ha confermato dal canto suo Fabien Marmy, presidente del gruppo dei cani da valanga del Vallese romando. Occorre infatti poter portare il cane in braccio per metterlo nell’elicottero, ha aggiunto. Si tratta anche di una questione di posto nell’abitacolo. Labrador, pastori tedeschi, pastori australiani e Golden retriever pesano in media meno di 35 chili e sono “particolarmente resistenti”.

Redog, la Società svizzera per cani da ricerca e da salvataggio, che forma gli addestratori di cani e i loro animali a ritrovare le vittime fra le macerie in caso di catastrofi, come sismi o esplosioni, conta un solo San Bernardo. Quest’ultimo, rimasto piuttosto piccolo, è attivo nella localizzazione. Un lavoro che gli consente di andare al suo ritmo, ha spiegato Denise Affolter, presidente del gruppo regionale Vallese. “Oggi il San Bernardo è impiegato per la sua stabilità mentale, il suo lato sociale e la sua apertura”, ha proseguito. Tali qualità si prestano molto bene per le visite in case di cura o in scuole. Dal 2007, i cani della Fondazione Barry sono peraltro formati per interagire con persone disabili o anziane in tutta la Svizzera ma anche per attività pedagogiche o terapeutiche. “Questa loro nuova missione riscuote un successo enorme”, ha concluso Manuel Gaillard.

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