Uomini e animali in guerra 1 / Insieme nel tritacarne del primo conflitto… e non solo

La ricorrenza del 4 novembre non è solo un’occasione per ricordare la fine della Prima guerra mondiale, ma è una grande opportunità per ribadire il ruolo insostituibile degli animali durante il conflitto. Eroi silenziosi, a volte anche celebrati, ma di cui poco si parla. Abbiamo deciso di proporre ai nostri lettori di ZAMPYlife una serie di dossier, piccole inchieste da archiviare, e rileggere, per poter approfondire una storia poco raccontata. Allegheremo alcuni documenti che potrete conservare e sfogliare quando si vuole, ma testimonianza incredibile di una abnegazione totale, fino all’ultimo sacrificio.

Iniziamo con l’annunciare intanto un importante evento, quello di giovedì 10 novembre 2022 alle 18 al Libraccio di Firenze, in Via de’ Cerretani 16R. L’incontro è da non perdere e questo è il suo tema: “Uomini ed animali nel tritacarne della prima guerra mondiale” di Paolo Caselli. Dopo 104 anni dall’Armistizio che pose fine alla Prima Guerra Mondiale, ricordi di un eccidio che insanguinò l’Europa. È già tutto nel titolo.

Proponiamo intanto come primo documento da conservare un decisivo contributo al dibattito, realizzato dalla sezione Anac di Genova (Associazione nazionale arma di cavalleria), dal titolo “Prima Guerra Mondiale. Uomini, Soldati, Eroi… E Animali…”

Ecco alcuni passaggi.

“In una Relazione della brigata Pistoia del 1916, conservata dall’ufficio Storico dell’esercito, si legge: “L’addestramento dei cani non richiede molto tempo, e presto si abituano allo scoppio vicino dei proiettili d’artiglieria. Rispetto ai muli, i cani possono giungere, allo scoperto, in maggiore prossimità della prima linea e il loro mantenimento è di pochissimo costo”.
I cani prestarono servizio non solo in pianura ma anche nei contesti montani più impervi e pericolosi, come quelli della “guerra bianca” che si sviluppò nelle Alpi, dalle Giudicarie all’Adamello-Presanella e all’Ortles-Cevedale, a 3000 metri e con temperature che nell’inverno 2017 toccarono i 30 gradi sotto lo zero, con valanghe rovinose ed abbondantissime nevicate”…

Requisiti i pastori maremmani su tutto l’Appennino, “… vanno al fuoco come veterani”, dirà di loro Luigi Barzini, nel suo libro “Al fronte”, mentre ne “La Lettura”, rivista mensile del Corriere della Sera, nel dicembre 1919 si legge: “sui monti si attaccavano quasi sempre in tre alla troika ed assicuravano, rifornendole, il mantenimento di posizioni talmente avanzate che sarebbero state altrimenti insostenibili.
Sull’Adamello i cani sommarono presto a cinquecento; su tutta la fronte, nel 1917, furono oltre tremila… I cani da guerra sono stati dei soldati, in tutto e per tutto. Avevano, per quanto preparata in modo speciale, la stessa razione del soldato…ebbero anche le loro vittime e le loro glorie sanguinose. E‟ stata calcolata per essi una mortalità del sessanta per cento per ferite e malattie…”.

Qui il documento integrale. Buona lettura!

Immagine tratta da Archivio Storico

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