Dopo Roccadaspide, anche Agropoli ritira la delibera sull’affido definitivo dei randagi al canile

Nell’agosto scorso abbiamo realizzato un’inchiesta su una tipologia di delibere apripista nella gestione del randagismo. Protagonisti erano due Comuni campani, Roccadaspide e Agropoli. Entrambe gli enti, in tempi diversi, avevano deliberato, in nome del risparmio, di affidare ad un certo costo e in via definitiva i cani di loro proprietà allo stesso canile che li ospitava, con la clausola che, dopo tre anni, quei quattrozampe non avrebbero avuto più alcun costo per i sindaci. In altre parole, dopo tre anni, zero costi. La Lega del cane di Salerno, attraverso l’avvocato Anna Vicinanza, aveva obiettato e inviato in Regione le proprie osservazioni contrarie. La legge regionale, secondo l’associazione, non prevedeva alcun passaggio di questo tipo. La cessione definitiva dei cani era illegittima.

Dopo un mese e mezzo circa dalle prime comunicazioni, la Regione dichiarava illegittima la cessione definitiva dei cani. Ma mentre il Comune di Roccadaspide provvedeva in autotutela a fare un passo indietro e annullare, di fatto, la delibera, il Comune di Agropoli ricorreva al Tar (qui sotto il servizio sulla presa di posizione regionale).

Ed ecco qui sotto allegata la delibera “riparatrice” di Roccadaspide.

Un mese dopo è arrivata la decisione anche di Agropoli. L’udienza al Tar sarebbe stata il mese prossimo ma con la scelta di fare un altro percorso per l’affidamento dei cani, si cambia strada. Ci sarà infatti l’indizione di una nuova procedura di gara “preordinata al servizio di ricovero, custodia e mantenimento in canile rifugio dei cani randagi presenti sul territorio comunale, ai sensi del regolamento della Regione Campania n. 1 del 2/2/2021”.

Qui il link con la nostra inchiesta nell’agosto scorso.

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