VIDEO – Perché tagliare code e orecchie ai cani è reato

Occorre sapere che sia le orecchie che la coda rappresentano per il cane uno strumento di estrema importanza per la comunicazione tra simili e che consente anche a noi umani di comprendere lo stato d’animo dei nostri beniamini.

Il cane con le orecchie esprime tranquillità, o ansia, paura, aggressività, vigilanza, attenzione; con la coda ci fa capire se ha timore, se è gioioso, se sta avvisando chi gli è vicino di non avvicinarsi e quindi evitare un potenziale conflitto. Tutto questo non può passare e non deve passare in second’ordine rispetto a ragioni estetiche e non funzionali.

Dodici anni fa il Parlamento, non con poca fatica, riuscì a far approvare la norma europea che vietava il taglio di coda e orecchie. Va ricordato che proprio in quell’occasione il governò rischiò di cadere. Questo per far capire ai giovani e futuri cittadini di oggi che disposizioni che ora sembrano ovvie e scontate, non lo sono state in passato, e che è stata invece necessaria una profonda e ferma battaglia culturale per stabilire che privare un essere senziente di organi e mezzi di comunicazione è maltrattamento. Oggi l’Enci nelle esposizioni vieta l’ingresso di cani con amputazioni. E in questi anni, in accordo con l’Ordine nazionale dei mediti veterinari, ha effettuato verifiche e controlli che hanno portato a segnalazioni di professionisti che hanno prodotto certificati medici non attestanti il vero per “giustificare” la chirurgia subita dai cani.

Ringraziamo l’Oipa e l’avv. Claudia Taccani che hanno realizzato un video e un testo utile di accompagnamento per non dimenticare e per invitarci a segnalare alle autorità gli abusi, e che qui pubblichiamo. (ste.pi.)

Per la Convenzione Europea di Strasburgo del 13 novembre 1987, recepita in Italia la legge n. 201/2010, è vietato sottoporre i cani a interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale o per altri scopi che non siano curativi. In caso di trasgressione scatta la responsabilità penale.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) sottolinea che le mutilazioni di coda (caudotomia) e orecchie (conchectomia) configurano il reato di maltrattamento punito dall’art. 544 ter del Codice penale, che prevede fino a 18 mesi di reclusione o una multa fino a 30 mila euro. Chi fa tagliare coda e orecchie al suo cane e il veterinario che ha operato possono dunque essere denunciati e condannati. Il medico veterinario può essere responsabile anche solo in caso di emissione di certificati falsi.

«Vi è una sola deroga al divieto», spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dello Sportello legale dell’Oipa. «Solo se un veterinario certifica che l’intervento del taglio della coda o delle orecchie sia necessario per ragioni di salute del cane è possibile procedere».

Nell’ambito dell’operazione dell’Oipa Dirty Beauty (Bellezza sporca), le guardie zoofile dell’Oipa, che da alcuni anni stanno monitorando tale pratica illegale purtroppo ancora diffusa in tutta Italia soprattutto nell’ambiente delle fiere e delle esposizioni canine, hanno condotto a giudizio diversi possessori di cani e anche veterinari per avere emesso false certificazioni.

«Anche diversi Regolamenti comunali per la tutela del benessere animale prevedono il divieto esplicito di effettuare interventi chirurgici a scopo estetico, con tanto di sanzioni pecuniarie salate in caso di trasgressione», aggiunge l’avvocato Taccani dell’Oipa. «Per esempio, il Regolamento del Comune di Roma prevede che “è vietato tagliare o modificare code o orecchie di animali domestici, tagliare la prima falange del dito dei gatti ovvero operare la devocalizzazione”. Queste norme, nazionali e locali, possono sconfiggere la consuetudine che impone, per alcune razze, il taglio di orecchie e coda al fine di rendere il cane più bello o più “cattivo” agli occhi altrui».

L’Oipa invita a contattare le proprie guardie zoofile per segnalazioni su situazioni sospette e per denunciare casi di maltrattamento tramite il sito https://www.guardiezoofile.info/nucleiattivi/

Foto di Joshua Daniel

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