Pet therapy, nuova ricerca sugli asini per migliorare gli Interventi assistiti con gli animali

Nuove scoperte nell’ambito della pet therapy, meglio ancora Interventi assistiti sugli animali. Gli asini sono ottimi studenti. E se poi c’è in ballo una bella ricompensa sono ancora più motivati a farlo. Come accade nel caso di molte specie animali, la capacità di apprendere qualcosa che viene insegnato, e che va al di là del naturale comportamento della specie, è incentivata dalla possibilità di ricevere un rinforzo positivo. Nel caso degli asini, poi, possono essere individuati anche alcuni fattori individuali come il sesso, l’età e l’altezza degli animali, che possono influenzare le capacità di apprendimento degli individui.

A divulgare lo studio è l’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie in un ampio report sul proprio portale (https://www.izsvenezie.it/apprendimento-asini-influenzato-da-sesso-eta-altezza/). Ecco i punti più salienti della ricerca che serve a potenziare l’impiego degli asini negli interventi assistiti con gli animali.

Lo studio è infatti stato condotto da ricercatori del Centro di referenza nazionale per gli Interventi assistiti con gli animali (CRN IAA), che hanno indagato le capacità di apprendimento di un gruppo di asini abitualmente coinvolti in IAA. L’obiettivo era, da un lato, di capire se e in quanto tempo questi animali potessero apprendere un compito utilizzando il condizionamento operante e, dall’altro, quale fosse l’influenza di alcune variabili individuali sulle loro abilità cognitive. Il risultato è interessante nella prospettiva degli IAA, dal momento che i percorsi educativi dell’animale devono essere orientati a favorire comportamenti collaborativi con le persone che partecipano agli interventi, garantendo allo stesso tempo benefici tangibili nella relazione animale-uomo.

Una ricerca sperimentale del CRN IAA ha dimostrato che l’apprendimento di un compito tramite condizionamento operante negli asini può essere influenzata da sesso, età e altezza degli animali coinvolti. I ricercatori hanno infatti coinvolto 14 asini in una serie di sessioni in cui, alla pressione di un tasto da parte dell’asino, veniva rilasciata una ricompensa costituita da cibo. Le femmine sono state più veloci dei maschi nella comprensione e nell’esecuzione del compito, ma i maschi hanno mostrato un miglioramento più consistente delle loro prestazioni col progredire delle sessioni.

Nonostante gli asini abbiano una lunghissima storia di domesticazione e convivenza con l’uomo, i meccanismi che stanno dietro ai loro processi cognitivi e di apprendimento non sono stati ancora pienamente approfonditi. I ricercatori dell’IZSVe hanno sottoposto un gruppo di asini ad una procedura di training basata su un condizionamento operante. Questo concetto si riferisce a un meccanismo di apprendimento in cui la risposta del soggetto non consiste in un riflesso meccanico a uno stimolo esterno, ma è una risposta condizionata dall’ottenimento di un rinforzo positivo attraverso un’azione volontaria dell’animale.

Al training hanno partecipato 14 asini di cui 9 hanno portato a termine con successo tutto l’iter. Nel caso di 4 delle 5 asine che non hanno completato la procedura, la motivazione dell’insuccesso era legata a cause cha andavano al di là della capacità di apprendimento o della motivazione ad effettuare il compito, ovvero all’insorgenza dell’estro o all’infortunio di una di loro prima della sessione finale.  In ogni caso, 10 asini hanno dimostrato di aver appreso l’associazione “pressione del tasto dà ricompensa” entro lo stage di apprendimento, ovvero entro al massimo 40 minuti totali.

Un primo dato interessante di carattere generale è l’incremento della velocità di performance fra una sessione e l’altra, indice che mano a mano gli asini hanno capito qual era il compito che gli veniva richiesto e hanno potuto svolgerlo sempre più velocemente. Considerando i tempi medi per l’ottenimento delle 15 ricompense consentite, si è passati dai 9’30” della prima sessione di apprendimento ai 5’15” della quarta, fino a raggiungere i 2’56” della sessione finale (che prevedeva però solo 10 rinforzi positivi).

Il paradigma del condizionamento operante utilizzato in questo studio consiste nell’attuazione e apprendimento di un comportamento che, grazie al rinforzo positivo, viene progressivamente affinato e “fissato” dall’animale. Guardando alla sfera psicologica di questo processo, nello schema di apprendimento si possono individuare una serie di passaggi cognitivi fondamentali: l’identificazione del nesso causale fra azione e ricompensa, la consapevolezza del compito, l’intenzionalità dell’azione, la memorizzazione dell’esperienza fra sessioni successive.

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