Veterinari e medici insieme in Vet-Eris, nasce il progetto di pet therapy per l’Alzheimer

Si chiama Vet-Eris ed è l’associazione che riunisce sotto un unico progetto una sinergia fondamentale: quella tra medici veterinari e medicina umana. Obiettivo: dare un nuovo impulso alle linee guida sugli interventi assistiti con animali, tarate sull’attività con gli anziani. Vet-Eris nasce con collaborazione della Società italiana scienze del comportamento animale (Sisca), con il contributo non condizionato di Msd animal health.

La novità è emersa nel corso del congresso di geriatria a Firenze il mese scorso, alla Camera di Commercio, in occasione del One health day. Avere una visione a 360° della salute è il vero cambio di passo. Ma non solo. Va considerato che la popolazione anziana è in costante crescita, nel 2030 più del 24% della popolazione europea sarà over 65. Solo in Italia, oltre 13 milioni di persone superano i 65 anni di età.

Migliorare la qualità della vita della terza e quarta età non può essere un progetto rinviabile ma è, in prospettiva, un ambito che avrà via più bisogno di specializzazioni, di risorse umane e di interventi più diffusi sul territorio. La pet therapy, tecnicamente Interventi assistiti con gli animali, in Italia è normata per legge dal 2003. Sono stati fatti passi avanti, è nato nel 2010 il Centro nazionale di referenza a Montecchio Precalcino (VI) presso l’Izs delle Tre Venezie.

Ora arriva anche l’attività di Vet-Eris, associazione di medici veterinari e medici geriatri per gli Interventi assistiti con animali, che avranno però come focus in particolare, come fa sapere la rivista scientifica AboutPharma , le persone con Alzheimer: “L’approccio non farmacologico è particolarmente efficace per migliorare i sintomi psicologici della malattia, in particolare la depressione”, viene spiegato.

“Vet-Eris nasce per favorire l’invecchiamento attivo e sano attraverso stili di vita salutari attraverso interventi non farmacologici. – spiega Andrea Ungar, professore di geriatria Università di Firenze, Direttore dell’Unità di geriatria dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi –Ne è un esempio l’interazione uomo-animale: la creazione di un legame, anche temporaneo, ha dimostrato benefici terapeutici significativi. La presenza di un animale – continua Andrea Ungar – può stimolare l’anziano a fare movimento, favorisce le interazioni sociali e risveglia l’elasticità mentale”.

“Con questa associazione, riusciremo a colmare questa necessità, creando un protocollo grazie al quale impiegare in maniera corretta i pet in particolari patologie degli anziani, sempre con l’ausilio del medico veterinario”, commenta Marco Melosi, medico veterinario e Presidente dell’Associazione Nazionale del Medici Veterinari Italiani (Anmvi).

“Studi scientifici – ricorda la rivista – sugli interventi assistiti con animali hanno dimostrato, inoltre, benefici come la diminuzione dello stress, l’abbassamento della pressione, il miglioramento della circolazione e livelli di colesterolo più bassi. Inoltre, per le persone con patologie croniche come ipertensione, diabete e depressione, possedere un animale domestico, insieme ad una corretta alimentazione, può portare un risparmio annuale di circa 4 miliardi di euro per il Sistema Sanitario nazionale.

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