Il microchip è obbligatorio. Da 19 anni. Ora c’è anche per gatti, furetti e conigli

Cani vaganti, randagismo felino. Fenomeni legati spesso e volentieri alla mancata identificazione degli animali. Il microchip è obbligatorio su tutti i cani dal 2004 per legge. Eppure molti proprietari non rispettano l’obbligo. I cani smarriti, e spesso lo smarrimento è legato alla pessima abitudine di lasciarli vagare soli nelle campagne, una volta catturati non tornano più a casa, oppure sono condannati al randagismo. Per i gatti è lo stesso destino.

Purtroppo non tutti ancora sanno che la microchippatura per i gatti è obbligatoria in molte regioni ma pur essendo facoltativa, è una questione di civiltà tracciare il proprio piccolo felino. In caso si perda e abbia la fortuna di essere trovato, qualsiasi veterinario con un lettore di microchip potrebbe risalire al legittimo proprietario.

Quanto spiega il ministero della Salute sul proprio sito è fondamentale.

L’Anagrafe degli Animali d’Affezione è il registro nazionale dei cani, gatti e furetti identificati con microchip in Italia.

Si tratta di una banca dati, alimentata dalle singole anagrafi territoriali, che intende fornire on line i riferimenti utili per rintracciare, nel rispetto della tutela della privacy del cittadino:

  • il luogo di registrazione degli animali
  • il loro legittimo proprietario.

Come funziona l’anagrafe

L’Anagrafe degli Animali d’Affezione è realizzata dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le amministrazioni regionali che inviano, oltre al codice dell’identificativo (microchip o tatuaggio), informazioni relative alla specie animale (cane, gatto, furetto), alla razza e al sesso degli animali.

Perché è importante la registrazione

Oltre a rendere più facile la restituzione dell’animale al proprietario, il sistema delle anagrafi, nazionale e territoriali, istituito con l’accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003, garantisce la certezza dell’identificazione, rappresenta un efficace strumento di dissuasione dagli abbandoni degli animali, favorisce studi e interventi per la prevenzione e cura delle malattie degli animali. 

La registrazione dei cani 

La registrazione dei cani nelle banche dati regionali, che confluiscono in quella nazionale, è obbligatoria, come previsto dalla legge n. 281 del 1991 (Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo) e successivamente ribadito e più dettagliatamente chiarito nella sua procedura da ordinanze ministeriali. L’obbligo è stato poi sancito dall’Accordo 24 gennaio 2013.

La registrazione di gatti e furetti

L’iscrizione di gatti e furetti nelle anagrafi regionali, riversate nell’Anagrafe degli Animali d’Affezione, è invece su base volontaria se non si ha la necessità di acquisire il passaporto (in questo caso è obbligatoria). 

La registrazione dei conigli

Anche il coniglio d’affezione ha la possibilità di essere iscritto presso una banca dati privata a lui dedicata realizzata dall’AAE-Conigli onlus (Associazione Animali Esotici- Sezione conigli) e denominata appunto Anagrafe dei conigli.

Le associazioni che hanno realizzato ed hanno la gestione di queste anagrafi private rispondono della correttezza, della completezza e della tutela della privacy dei dati che raccolgono.

L’obbligo di microchip per i cani è stato stabilito dall’art. 4 della l.r. 16/2001 con inizio effettivo dell’obbligatorietà il 5 novembre 2004.

Il microchip va inserito entro e non oltre i primi due mesi di vita dell’animale, o comunque i primi 60 giorni di vita. Nel caso in cui, dopo i primi due mesi di vita, il cane ne fosse sprovvisto, al padrone è comminata una sanzione che va dai 104 ai 259 euro. Non si tratta delle uniche multe previste, infatti il proprietario potrebbe essere costretto a pagare:

  • da 78 a 233 euro, nei casi in cui il cane non fosse stata registrato all’anagrafe canina;
  • da 78 a 233 euro, nei casi in venga omessa la denuncia di scomparsa, morte e trasferimento di proprietà del cane;
  • da 78 a 233 euro, nel caso in cui risulti mancante l’iscrizione di cani provenienti da altre Regioni o dall’estero.

Il microchip viene inoculato sottopelle sul collo del cane da un medico veterinario entro e non oltre 60 giorni (quindi due mesi) dalla nascita del cane. Compito della Asl o del veterinario sarà quello di provvedere a fissare un appuntamento per l’installazione del microchip. Il numero di serie viene inserito in anagrafe canina mediante la compilazione di una scheda nella quale andranno inseriti i dati del proprietario e del cane.

Il microchip ha le dimensioni di un chicco di riso e non è dannoso per il cane.

All’interno del microchip sono contenuti:

  • il numero di identificazione, un codice di 15 cifre di cui le prime 3 identificano la casa produttrice, mentre le successive rappresentano una serie progressiva univoca per lo stabilimento;
  • alcuni circuiti elettrici necessari per la trasmissione delle informazioni al lettore.

Autorizzati alla consultazione del microchip sono esclusivamente i veterinari abilitati, le forze dell’ordine, e le guardie zoofile che utilizzano il lettore di codice di cui sono dotati. Grazie a questo strumento è stato possibile in questi anni creare un vero e proprio database digitale che al suo interno contiene i principali dati del proprietario e del cane.

Grazie al microchip viene effettuata la registrazione in anagrafe dove vengono indicate:

  • la data di nascita del cane (o del gatto)
  • la razza eventuale di appartenenza;
  • la descrizione fisica dell’animale, con specifico riferimento alla sua taglia e al colore del pelo;
  • il nome che gli è stato attribuito dal proprietario;
  • le generalità del proprietario dell’animale.

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