Operazione Hello Spank – Traffico di cuccioli, sequestro nel reggiano

 Oltre cinquanta cuccioli di cane sequestrati in un allevamento di Reggio Emilia e sei persone indagate per truffa e frode nell’esercizio del commercio, tra cui anche dei veterinari privati ​​accusati di falso ideologico in atto pubblico per aver certificato, con la complicità di alcuni allevatori, animali di razza quando invece erano meticci. Sono i risultati dell’operazione denominata “Hello Spank” condotta dai carabinieri forestali reggiani assieme agli uomini nel nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale di Reggio Emilia nonché numerosi reparti del comando provinciale dell’Arma e col supporto del ‘centro anticrimine natura’ di Palermo. Diverse perquisizioni sono state eseguite nella sede legale dell’allevamento e nei sedi operative delle società collegate allo stesso oltre ad un’ambulatorio veterinario e alle abitazioni degli allevatori. Il sequestro è stato convalidato dal gip restituendo agli indagati 41 cuccioli messi in vendita come cani di razza, ma in realtà privi di pedigree, che potranno essere commercializzati solo come meticci. 

Mentre i cuccioli dotati di pedigree sono stati mantenuti in sequestro probatorio ordinato con un decreto della Procura di Reggio Emilia; gli accertamenti genetici sulle cucciolate hanno rivelato infatti che solo tre dei nove cuccioli sottoposti a test parentali sono realmente figli di fattrici e stalloni presenti in allevamento. Tutti i pedigree relativi alle rimanenti cucciolate sono stati immediatamente bloccati. L’inchiesta era partita dalla denuncia di un acquirente che ha visto morire un cucciolo acquistato poco tempo prima nell’allevamento reggiano, a causa di una grave malattia ereditaria. Dopo aver cercato invano di reperire informazioni sulla discendenza del cucciolo, si è rivolto ai carabinieri. Dai controlli incrociati sono emerse le irregolarità; alla base del presunto sistema di vendita fraudolenta, anche alcuni medici veterinari i quali dovrebbero provveduto a registrare numerosi esemplari in anagrafe canina con informazioni inesatte, spesso omettendo di indicarne la provenienza, ma dichiarandone l’appartenenza ad una razza. 

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