Il tragico grattacielo cinese dei maiali lavora a pieno regime. Burioni sollecita intervento animalisti. E dice: “Sarà anche un paradiso per i virus”

Zampylife lo scorso anno ha denunciato la folle iniziativa di realizzare in Cina un grattacielo di maiali. Un edificio di 26 piani in grado di ospitare a regime 650mila animali da allevare, con una capacità di macellazione di 1,2 milioni di suini l’anno. E’ stato definito il più grande allevamento di maiali al mondo. Una macchina da guerra, costruita da poco nella periferia di Ezhou, città nella provincia di Hubei, e che ha cominciato ad ammettere i primi animali a ottobre scorso, secondo quanto riportava a novembre ‘The Guardian’.

 Da subito l’iniziativa ha provocato indignazione nel mondo, e non solo dal fronte etico e dell’universo animalista ma ha ovviamente destato le preoccupazioni degli esperti per un rischio aumentato di epidemia che potrebbe comportare un allevamento di queste dimensioni mastodontiche. Preoccupazioni condivise anche dal virologo italiano Roberto Burioni. 

“Dal mio punto di vista, un paradiso per i virus”, scrive l’esperto su Twitter. E aggiunge: “Animalisti dove siete?”. 

Forse Burioni non ha avuto modo di seguire le contestazioni, le forti prese di posizione, che ci sono state, eccome. Non dubitiamo potrà facilmente ritrovarle.

In ogni caso il docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha postato anche la foto dei due maxi edifici che ospitano l’allevamento da record, per un’area complessiva di 800mila metri quadrati, twittata dal console generale cinese a Belfast, che la definizioni ” fattoria ad alta tecnologia redditizia”. 

Un’operazione da 4 miliardi di yuan. L’azienda che l’ha lanciata è la Hubei Zhongxin Kaiwei Modern Farming, nuova arrivata nel campo dei suini e dell’allevamento, e originariamente attiva nel settore cemento. A esprimere dubbi sono stati diversi esperti di ambiente e One Health, e quali hanno osservato che gli allevamenti intensivi su larga scala estendono la probabilità di focolai di malattie sempre più grandi. 

Come Burioni, un altro uomo di cultura scientifica si è espresso: “Se una malattia entra all’interno” di questo allevamento “può esplodere tra gli animali come un incendio”, ha avvertito Matthew Hayek, della New York University, citato dal Guardian . Un aspetto su cui ha accolto anche il collega Dirk Pfeiffer, della City University of Hong Kong. rischio di diffusione e amplificazione di agenti patogeni infettivi, nonché il potenziale di mutazione”. 

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