Un cane di razza. Piccolo non vuol dire facile

di Stefania Piazzo – Ecco la cronaca. Si chiamano Olimpia, Ovidio, Oslo e Orsola. Sono quattro jack russel dal destino sfortunato. Che ci insegna, ancora una volta, che l’equazione cane di piccola taglia non significa cane facile da gestire.

Partiamo dal fondo. Il Consiglio di Stato l’8 marzo scorso ha respinto l’appello della proprietaria. I media raccontano che i tre “piccoli” avrebbero “seminato il panico a Roma Imperiale” a Forte dei Marmi. La vicenda giudiziaria si trascina da tempo, in primo grado era stata respinta la richiesta di sospensione dell’ordinanza di sequestro scritta da sindaco dopo il ripetersi di episodi di morsicatura

Su La Nazione si legge che “Anche il Consiglio di Stato ci ha dato ragione – commenta il primo cittadino, Murzi – confermando la piena legittimità sia formale che sostanziale del sequestro da me emesso nella veste di autorità sanitaria, sottolineando la necessità di far prevalere la tutela dell’incolumità pubblica. Dispiace essere dovuti arrivare fino a due tribunali quando sarebbe bastato un buon senso da parte della signora che invece, come era stato evidenziato già nella ordinanza del Tar e ribadito dal Consiglio di Stato, ’non ha dimostrato di avere la capacità di custodire i propri cani con le dovute attenzioni’. Sono soddisfatto perché ritengo che sia un atto di giustizia nei confronti della mia comunità, soprattutto di coloro che sono stati vittime di aggressioni e delle persone vicine di abitazione o di passaggio nella zona che vivevano con angoscia e paura la presenza del branco mal gestito dalla Ciapetti. Tengo a sottolineare che sono un amante degli animali e dei cani tant’è vero che la mia ordinanza di sequestro è finalizzata a un ricovero in una struttura per il tempo necessario alla rieducazione dei cani stessi”.

Fin qui l’aspetto legale della vicenda dei quattro cani, ora in custodia in un canile. Per essere rieducati. Sul loro destino deciderà l’autorità sanitaria.

La prima considerazione, che già leggete nel titolo: un cane di razza non si decide in base all’aspetto fisico, estetico, né per le sue dimensioni.

Il jack russel appartiene al gruppo dei terrier, cani da caccia, si spingono nella tana fino a missione compiuta, e sono stati selezionati per la caccia dei cosiddetti nocivi, come i topi. Non sono cani da compagnia, in senso ampio… Sono piccoli ma forti, necessitano di attività che li impegnino in modo soddisfacente. Ma non sono impossibili da gestire. Come tutti i cani, a prescindere dalla razza, occorre considerare alcuni fattori: ereditari e ambientali.

I primi, trasmettono due elementi immodificabili del carattere, che sono la tempra e il temperamento. La prima è la reazione di un soggetto a degli eventi, in particolare considerati spiacevoli, il secondo è il tempo di reazione a quegli eventi considerati piacevoli o spiacevoli. I fattori ambientali sono legati alla socializzazione del cane, fin da cucciolo. Prima con i suoi conspecifici, mamma e fratellini, poi con l’allevatore e infine col proprietario.

Un cane va desensibilizzato davanti a determinati stimoli, ha bisogno di vivere in un contesto con delle regole, di avere una figura coerente e di riferimento come leader, un compagno di giochi, di attenzione, di affettività ma pur sempre che sappia esercitare il ruolo di guida. Se non c’è neppure questo “baricentro” è il cane a pensare a tutto. A intervenire quando il territorio è minacciato, quando per possessività parte preventivamente sul presunto intruso. Se poi non è da solo ma in gruppo, e il proprietario non esercita alcun controllo, il disastro è dietro l’angolo.

Se poi i cani non solo legati e, contrariamente a quanto prevede la legge (ordinanza ministeriale 2009 e successive proroghe) sull’incolumità pubblica vanno a spasso senza controllo, fermare un gruppo di terrier che predano ogni cosa che si muove diventa un’impresa.

Non ho mai incontrato sul mio cammino cani impossibili, ma proprietari inadeguati. E il jack russel non è un cane per tutti. Come d’altra parte si può dire, generalizzando, che non tutti sono in grado di gestire un cane.

La prima cosa da farsi è un esame di coscienza, e responsabilmente affidarsi ad un educatore per imparare a “leggere e a scrivere” le basi della relazione corretta. Un animale ci migliora la vita, sempre. Ma noi gliela e ce la possiamo rovinare se sottovalutiamo un mondo che pensiamo di conoscere e controllare.

*educatore cinofilo Fiba

Foto di Rob Fuller

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