Lav: nei circhi reclusi ancora 2100 animali. Chiesto lo stop al governo

Nonostante il sondaggio Wild animals in Circuses, commissionato da Eurogroup for Animals in otto Paesi europei all’inizio del 2021, ha evidenziato che il 77% degli italiani vuole uno stop all’uso degli animali nei circhi, la legge italiana è rimasta praticamente immutata dal 1968.

I circhi con gli animali in Italia sono in grave crisi economica, come ha rilevato il Rapporto 2017 dell’Istituto di Ricerca CENSIS commissionato dalla LAV, la riconversione di questo settore è urgente per poter dare un futuro occupazionale diverso e senza animali  ad un settore destinato alla scomparsa.

Al momento, secondo quanto affermato da Eleonora Panella, responsabile animali esotici Lav, nel nostro Paese gli animali al seguiti dei circi sono almeno 2100. E in Europa nei 27 paesi membri, sono 25 quelli che hanno creato delle restrizioni ma sono solo 4 quelli che hanno introdotto norme di totale divieto e altri 8 limitazioni su alcune specie.

In Italia – spiega Lav – non esistono restrizioni quantitative o di specie all’ uso di animali nei circhi, i quali possono contare anche su finanziamenti pubblici milionari erogati ogni anno direttamente a specifiche strutture circensi dal Ministero dei Beni Culturali, Spettacolo e Turismo. Nel nostro paese non esiste un Registro Nazionale pubblico che evidenzi quanti animali sono detenuti nei circhi, in quali circhi e quanti circhi siano registrati sul territorio nazionale.

Rimane anche ignoto, almeno al pubblico, quale sia il tasso di riproduzione degli animali nei circhi italiani. La LAV ha stimato, tramite un monitoraggio sul territorio, che attualmente ci sono appunto circa 2100 animali detenuti in poco più di 100 circhi, rilevando noltre che i circhi italiani detengono un numero elevatissimo di animali provenienti da specie in via di estinzione quali elefanti, tigri e leoni, ippopotami, rinoceronti e altri.

Quello che è certo che i circhi viaggiano continuamente in Italia e all’estero, trasportando per migliaia di chilometri animali in gabbie e camion e forzandoli ad esibirsi e fare spettacoli per sopravvivere in condizioni che non hanno nulla in comune con le loro esigenze etologiche. I circhi a volte cambiano nome e insegne, o si raggruppano tra loro, spesso possono affittare animali da altri circhi o spettacoli. I controlli e la tracciabilità sono quindi particolarmente difficili, se non impossibili.

Nonostante siano passati 50 anni e il modo in cui la società si rapporta agli animali sia radicalmente cambiato in molti settori, oggi la Legge di riferimento sui circhi è quella di sempre, Legge n.337 del 1968 ‘Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante’. Il fatto che gli animali – spesso appartenenti a specie esotiche ed in via di estinzione – vengano costretti, in modo anacronistico e primitivo, a fare spettacoli per un pubblico pagante e a vivere in condizioni contrarie alla loro natura, non è finora stato considerato come ragione sufficiente a modernizzare la Legge n.337 del 1968.

La LAV ha lavorato per l’abolizione del finanziamento pubblico ai circhi con animali, la proibizione dell’uso degli animali nei circhi e la riconversione del settore Circhi ad altre attività senza animali. Ci siamo arrivati molto vicini con il Disegno di Legge per l’abolizione dei circhi con animali, lasciato decadere dai ministri Franceschini-Bonisoli-Franceschini.

RAPPORTO CENSIS 2017

APPRONFONDIMENTO CENSIS

INFOGRAFICA CIRCHI

(Fonte Lav)

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