Randagi in ospedale Lametia. La replica del sindaco: Cattura spetta a Servizio veterinario

“In Calabria la competenza inerente la cattura dei cani randagi è attribuita al Servizio veterinario istituito presso le Aziende sanitarie provinciali; ciò deriva dalla Legge regionale n.41/90 per come modificata dalla Legge regionale n. 4/00 che testualmente dispone all’art.7 che ‘i cani vaganti devono essere catturati dal Servizio veterinario competente per territorio…'”. E’ quanto si afferma in una nota dell’Amministrazione comunale di Lamezia Terme che replica al comunicato dell’Asp di Catanzaro in relazione alla presenza di cani randagi, come documentato da un video diffuso sui social, all’interno dell’ospedale lametina. “Detta competenza è pacificamente confermata – è detto ancora nella nota – dalla giurisprudenza di legittimità. C’è da aggiungere che il Comune di Lamezia Terme ha, nel corso degli anni, portato avanti, in collaborazione con associazioni come la Fondazione Elisabetta Franchi, politiche di sterilizzazione e microchippatura ed ha altresì favorito la politica delle adozioni anche tramite approvazione di idoneo regolamento e di sito dedicato. Ad oggi, si constata, invece, che non si è ancora proceduto alla realizzazione dei canili sanitari provinciali nonostante siano decorsi quasi 11 anni dal decreto del presidente della Giunta regionale di istituzione di una rete di canili sanitari. randagi che spesso stazionano nei pressi del presidio ospedaliero era stato più volte richiesto intervento Asp ma si è sempre escluso il presupposto della aggressività e non si è proceduto alla cattura. Doveroso, quindi, che l’Asp di Catanzaro provveda ad adempiere e al riguardo troverà sempre positiva collaborazione nel comune di Lamezia”. “Da ultimo è necessario evidenziare – riporta ancora la nota – che è inaccettabile che una struttura di primaria importanza quale il presidio ospedaliero di Lamezia Terme possa essere così abbandonata a sé stessa da consentire addirittura a cani randagi di poter entrare tranquillamente e vagare nei vari piani; ciò, tra l’altro, si aggiunge alle altre gravissime disfunzioni che quotidianamente assurgono purtroppo all’onore delle cronache”.

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