La giornata di tutti gli animali!

E’ un nuovo mondo, migliore, quello che si apre all’orizzonte. E che chiede la certezza di servizi all’altezza.
Basti solo dire che la generazione emergente dei millennials ha affermato che nel caso lo stipendio non fosse abbastanza per il mantenimento del proprio animale, il 49% cercherebbe un secondo lavoro per sostenere le spese veterinarie e per il cibo. Il 43% se necessario, venderebbe la TV, il computer o l’auto per rientrare nelle spese. In caso di necessità, promuoverebbero anche una raccolta fondi. Inoltre, il 57% dei millennials mette in cima alla gerarchia degli affetti e delle attenzioni del nucleo familiare, gli animali di casa.

Una tappa dell’evoluzione della specie umana è il pet parenting. La familiarità con gli animali domestici e non convenzionali, esotici, sta dirigendo il genere umano a ragionare anche con la testa degli animali, a mettersi cioè nelle loro zampe, nei loro cuori. Più che famiglia allargata, è una nuova fotografia della famiglia quella che si sta consolidando nel momento in cui un animale varca la soglia di casa. La cura diventa parentale. Non si prende un animale per “farne qualcosa”, ma per condividerne la vita insieme.

Forse non tutti sanno che il Parlamento italiano ha di recente promosso a stato sociale la presenza di un animale accanto a persone della terza età, prevedendo nel caso anche interventi economici a sostegno. Il pet domestico è diventato parte del welfare. E’ il riconoscimento del ruolo in particolare di cani e gatti in famiglia, la cui presenza svolge un ruolo curativo, di prevenzione, di sostegno psicologico e fisico, status che già era stato riconosciuto ma solo nella pet therapy. Ora la valenza sociale è riconosciuta a 360°. E’ un mercato che chiede di essere rappresentato e Fiera Milano ne vuole cogliere l’opportunità.

I dati Eurispes rilevano che il 63,4% di chi è proprietario con almeno un animale domestico, impegna nel budget mensile familiare da 31 a 100 euro di spesa. Infine, più nel dettaglio: un terzo di chi accoglie un pet (il 33%) spende circa da 31 a 50 euro nell’arco di un mese, un altro 30,4% spende da 51 a 100 euro. E solamente il 21,6% spende meno di 30 euro. Nel 10,5% dei casi, spiegano i dati, il budget sale anche da 101 a 200 euro mensili, nel 2,7% da 201 a 300 euro e nel’1,8% oltre 300 euro mensili.
Il periodo Covid ha segnato un’impennata delle vendite (in pet shop, catene e grocery), registrando oltre 658 mila le tonnellate di alimenti per cani e gatti vendute (più 5% rispetto al pre Covid). La pandemia ha portato le famiglie con animali domestici a quota 12,2 milioni, un milione in più prima del lockdown.

Un numero crescente di anziani ama avere al proprio fianco un compagno a quattro zampe. Ma i millennials sono i protagonisti più dinamici e attivi della relazione con i pet. Le attenzioni che dedicano al proprio animale sono particolarmente importanti da monitorare perché le loro scelte potranno potenzialmente dare un nuovo volto alla pet economy.

In una ricerca Usa condotta da Consumer Affairs la generazione cosiddetta Y (tra i 27 e i 42 anni) ha affermato per il 90% di mettere in cima alle priorità le esigenze del proprio amico a quattro zampe qualora si dovesse trasferire in una nuova città. Quindi la preoccupazione per il nuovo è legato all’impatto di un cambio radicale di abitudini sul proprio pet, più che verso il distacco dagli amici e dalla comunità. E la presenza di un giardino conta di più di un arredamento nuovo o di una casa con grandi spazi interni. I millennials preferiscono vivere vicino ad aree di sgambo o parchi piuttosto che vicino a centri commerciali. Non è un fatto di costume. La società cambia e ha bisogno di un nuovo mercato per avere risposte.

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