Ricerca senza animali, Lav: Università di Genova virtuosa

I modelli di ricerca senza animali sono una realtà e una necessità sperimentale dal 1959 e sono gli unici modelli validati.

Ricordiamo, che nessun protocollo con animali, in oltre 100 anni di applicazione, è mai stato validato proprio perché non riproducibile e standardizzabile. 

Nonostante la legge, i cittadini e il mondo scientifico abbiano come goal il totale superamento dell’uso degli animali, le realtà italiane che investono nei modelli human-based restano poche.

Il risultato non stupisce, vista la scarsità di fondi ministeriali specifici destinati a supportare e implementare i laboratori nazionali impegnati nel settore: solo 2 milioni per il 2021 e 2022, una briciola rispetto all’oltre miliardo e 300 milioni investito per la sperimentazione animale ogni anno.

Tra le università che più si sono distinte negli ultimi anni e sono beneficiarie dei fondi pubblici, ricordiamo l’Università di Genova, da sempre in prima linea nella formazione e nello sviluppo di nuovi modelli sostitutivi.

In quell’ateneo LAV ha sostenuto, ad esempio, la ricerca per le celluleHuvec (Human Umbilical Vein Endothelial Cells – Cellule Endoteliali della vena ombelicale umana), utili per lo studio della formazione di nuovi vasi sanguigni (la cosiddetta angiogenesi, che ‘alimenta’ il cancro) e delle funzioni delle cellule endoteliali.

Inoltre, lo stesso laboratorio, grazie anche ai fondi ministeriali, ha sviluppato un modello in vitro 3D di tessuto alveolare umano per la valutazione di sostanze infiammatorie e cancerogene associate all’inalazione di agenti tossici.

Uno studio per il cui svolgimento la nostra associazione ha premiato le professoresse Bassi e Scarfì nel corso dell’importante convegno su metodi alternativi ospitato in Bicocca recentemente. 

È urgente e necessario che i modelli animal-free diventino un elemento trainante nella ricerca italiana, non devono essere relegati a una scienza di serie B:

I FATTI

Al contrario, ecco alcuni esempi di quanto siano importanti e promettenti i modelli human-based non solo per tutelare la vita animale, ma anche quella umana.  

Alla luce di queste risultati, chiediamo ancora una volta  a Governo, Parlamento e Regioni di stanziare fondi per la ricerca senza animali nel  nostro Paese,  in maniera costante e consistente, senza più interruzioni, già a partire dal 2024.

(fonte Lav)

I modelli di ricerca senza animali sono una realtà e una necessità sperimentale dal 1959 e sono gli unici modelli validati.

Ricordiamo, che nessun protocollo con animali, in oltre 100 anni di applicazione, è mai stato validato proprio perché non riproducibile e standardizzabile. 

Nonostante la legge, i cittadini e il mondo scientifico abbiano come goal il totale superamento dell’uso degli animali, le realtà italiane che investono nei modelli human-based restano poche.

Il risultato non stupisce, vista la scarsità di fondi ministeriali specifici destinati a supportare e implementare i laboratori nazionali impegnati nel settore: solo 2 milioni per il 2021 e 2022, una briciola rispetto all’oltre miliardo e 300 milioni investito per la sperimentazione animale ogni anno.

Tra le università che più si sono distinte negli ultimi anni e sono beneficiarie dei fondi pubblici, ricordiamo l’Università di Genova, da sempre in prima linea nella formazione e nello sviluppo di nuovi modelli sostitutivi.

In quell’ateneo LAV ha sostenuto, ad esempio, la ricerca per le celluleHuvec (Human Umbilical Vein Endothelial Cells – Cellule Endoteliali della vena ombelicale umana), utili per lo studio della formazione di nuovi vasi sanguigni (la cosiddetta angiogenesi, che ‘alimenta’ il cancro) e delle funzioni delle cellule endoteliali.

Inoltre, lo stesso laboratorio, grazie anche ai fondi ministeriali, ha sviluppato un modello in vitro 3D di tessuto alveolare umano per la valutazione di sostanze infiammatorie e cancerogene associate all’inalazione di agenti tossici.

Uno studio per il cui svolgimento la nostra associazione ha premiato le professoresse Bassi e Scarfì nel corso dell’importante convegno su metodi alternativi ospitato in Bicocca recentemente. 

È urgente e necessario che i modelli animal-free diventino un elemento trainante nella ricerca italiana, non devono essere relegati a una scienza di serie B.

Al contrario, ecco alcuni esempi di quanto siano importanti e promettenti i modelli human-based non solo per tutelare la vita animale, ma anche quella umana.  

Alla luce di queste risultati, chiediamo ancora una volta  a Governo, Parlamento e Regioni di stanziare fondi per la ricerca senza animali nel  nostro Paese,  in maniera costante e consistente, senza più interruzioni, già a partire dal 2024.

(fonte Lav)

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