Dopo Amarena, “giustiziato” il cervo Bambotto

 Era il simbolo dei paesetti tra le Pale di San Lucano e il Civetta ‘Bambotto’, un cervo di sette anni praticamente diventato di casa nelle borgate dell’agordino. Un’animale amato da tutti, che ora però è stato ucciso a fucilate, tra lo lo sgomento degli animalisti e degli abitanti del luogo. Ad abbatterlo sarebbe stato un cacciatore 23enne, ma al momento non identificato ufficialmente. Non se conosce la ragione del gesto, se non quella predatoria. Alcuni cacciatori hanno sostenuto che ultimamente l’ungulato avesse manifestato una qualche aggressività, e precisano peraltro la stagione della caccia lo permette. Bambotto – ricordano i residenti di Pecol di Taibon Agordino – era nato 7 anni fa; era stato portato dalla mamma sullo zerbino di un’abitazione.

Da allora era diventato il cervo di Pecol, e lo si poteva incrociare per strada e nelle frazioni vicine quando usciva dal bosco. Non solo, Il cervo si affacciava alle finestre delle case in pietra dei borghi, in cerca di qualche frutto o erba prelibata facendosi tranquillamente accarezzare. Era diventato anche una star televisiva, protagonista di una storia sul programma Rai ‘Linea verde’. “Non ho mai pubblicato centinaia e centinaia di video e foto dei nostri cervi per proteggerli, per pudore e per la fierezza di avere la fortuna di vivere con loro accanto, guadagnando piano piano la loro fiducia – dice sui social Donatella Zendoli con una carrellata di immagini del cervo tra le case – Sto postando la morte di ‘Otto’ – prosegue – e quello che era per me, senza filtri, affinché tutti coloro che hanno amore per gli animali possano esprimere il loro sdegno e il disgusto per chi l’ha assassinato”. Alla rabbia degli abitanti di Pecol, famiglie ‘adottive’ di Bambotto, si aggiunge Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente: “E’ semplicemente disgustoso quello che è successo e succede continuamente nei nostri boschi durante la stagione di caccia – dice -. Noi cittadini che amiamo gli animali tutti, siamo profondamente indignati e non possiamo più tollerare fatti come questi”.

Nella stessa zona, ma con un lieto fine, qualche tempo un cucciolo di ungulato era stato trovato ferito ad una zampa da un dardo scagliato probabilmente con una balestra. Anestetizzato dalle Guardie provinciali è stato curato e rimesso in libertà.

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