Palio di Siena non sia patrimonio dello Stato. Oipa: non c’è cultura dove gli animali rischiano la vita

 L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) è pronta a dare battaglia al percorso di riconoscimento del Palio di Siena come patrimonio dello Stato. Un iter che vede la compartecipazione del ministero della Cultura, che ieri ha inviato a Siena un fotografo per fare un sopralluogo nelle 17 contrade. Una visita propedeutica agli scatti ufficiali degli oggetti che ciascuna contrada ha proposto come rappresentativi della propria vita in vista della conclusione della prima fase dell’iter. Secondo l’Oipa, “appare inappropriato rendere patrimonio culturale una manifestazione che mette a pentimento la vita di animali, esseri senzienti, tutelati ora anche dall’articolo 9 della Costituzione”. Per l’associazione animalista “occorre ricordare che nel 2018 la competizione causò la morte di Raol, cavallo simbolo delle vittime del Palio, e appena lo scorso agosto si sono fortunati Abbasantesa e Antine Day, entrambi di sette anni, che hanno dovuto subito un ricovero in una clinica veterinaria dove sono stati operati per le fratture riportate”. Per capirne di più, Oipa ha fatto accesso agli atti, chiedendo al ministero di fare un passo indietro. “Basta Palii, basta Quintane, basta Giostre con l’uso dei cavalli su piste inidonee – ha affermato il presidente Massimo Comparotto -. Tornei anacronistici che non hanno più ragione d’essere in un’epoca dove cresce e si consolida una sensibilità, sostenuta anche dagli orientamenti giuridici e giurisprudenziali, che non vuole usi e abusi sugli animali”. Oltre al riconoscimento nazionale, l’obiettivo del Comune e del rettore del Magistrato delle Contrade è di far diventare il Palio patrimonio culturale immateriale UNESCO, iniziativa che ha il sostegno della Regione Toscana. 

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