Calano gli insetti impollinatori? I fiori imparano a farne a meno

Il calo del numero di insetti impollinatori, come api e bombi, sta costringendo i fiori a farne a meno: un circolo vizioso che è dannoso sia per questi animali che per le colture, secondo uno studio. “Molti lavori sperimentali dimostrano che, in assenza di impollinatori, si verifica una riduzione delle dimensioni dei fiori e della loro produzione di nettare”, ha spiegato all’AFP Samson Acoca-Pidolle, dottorando presso l’Università di Montpellier. Ma ciò che è “veramente innovativo è che stiamo dimostrando in un ambiente naturale che le piante si stanno muovendo verso una rottura della loro interazione con gli impollinatori negli ultimi 30 anni”, ha continuato il primo autore dello studio pubblicato su New Phytologist. 

Il team del Centro di Ecologia Funzionale ed Evolutiva (CEFE) ha esaminato il destino della viola del pensiero (Viola arvensis) e dei suoi impollinatori in quattro siti della regione di Parigi. Ha utilizzato una tecnica nota come “ecologia della resurrezione”, che consiste nel confrontare i fiori contemporanei con quelli i cui semi sono stati raccolti negli stessi siti più di 20 anni fa e conservati nei conservatori botanici nazionali. Il risultato: nella regione di Parigi, dove il declino del numero di impollinatori è marcato, i fiori di oggi sono più piccoli del 10% e producono il 20% in meno di nettare rispetto ai loro antenati più prossimi. Questo non sorprende, dato che “non appena il nettare non è più utile, se non ci sono più impollinatori, non ha senso produrlo, perché è solo un costo per la pianta”, spiega Pierre-Olivier Cheptou, direttore di ricerca del CNRS presso il CEFE e coautore dello studio. Il declino degli insetti volanti è ben documentato in molte parti d’Europa, a causa dell’agricoltura intensiva, dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Lo studio del CEFE indica che questo declino sta colpendo, a tempo di record, una co-evoluzione con le piante da fiore che dura da diversi milioni di anni. La seconda conseguenza è più immediata ed è probabile che influisca sui raccolti. Le viole selvatiche sono piante messicane, ossia presenti nelle colture agricole come la colza o il girasole. Attirando gli impollinatori, contribuiscono all’impollinazione di queste colture. Il grande perdente in tutto questo è l’impollinatore, che è vittima di un circolo vizioso. Il calo degli impollinatori fa sì che le piante producano meno nettare, rendendo la loro fonte di cibo più scarsa, minacciando ulteriormente la loro sopravvivenza e portando le piante a farne a meno. Il fenomeno ha anche gravi conseguenze per alcune piante da fiore nei prati multi-specie. Secondo Cheptou, i ricercatori hanno osservato una “rarefazione delle piante impollinate dagli insetti, a favore di specie più autofecondanti”. Per Acoca-Pidolle, i risultati sono “piuttosto preoccupanti”. Si chiede: “Possiamo tornare a come erano le cose se smettiamo di fare pressione sugli impollinatori, o questa interazione con i fiori è andata persa per sempre?”. 

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