Quando Vienna pagò il Trentino per abbattere gli orsi. Ma era il 1818

Duecento anni fa Vienna pagò una taglia per gli orsi abbattuti in Trentino, con una tariffa fissa per femmina, maschio e cucciolo. A chi uccideva un orso spettavano 30 fiorini, mentre chi poneva fine alla vita di un’esemplare femmina aveva diritto a 40 fiorini. Se l’orso era un cucciolo che non aveva ancora compiuto un anno, il premio scendeva invece a 10 fiorini. Erano queste le taglie previste dalla circolare del governo austriaco del 29 gennaio 1818 (“Premi promessi sovranamente per l’animali di rapina”). La tesi di laurea in Studi storici e filologico-letterari di Maria Calabrese, dell’Università di Trento, ha indagato, tra le altre cose, i premi che erano elargiti per l’abbattimento di lupi e orsi in Trentino tra XVI e XIX secolo. In Val di Fiemme, i premi per l’abbattimento degli orsi – si legge nel documento – furono introdotti il ​​15 agosto 1759 con un atto deliberativo del Consesso della Magnifica comunità. Fu invece Napoleone, tra il 1810 e il 1814, a fissare le date per l’apertura e la chiusura della stagione di caccia Disposizioni che il governo austriaco decise di mantenere, ma che non valevano per alcune tipologie di animali, tra le quali figurava anche l’orso, la cui caccia “era sempre possibile”. Secondo quanto riportato nello studio, mentre fino a inizio Ottocento ad elargire i premi per l’abbattimento di orsi e lupi era la comunità locale, in seguito ad occuparsene fu l’autorità governativa. “Le taglie su orsi e lupi contraddistinsero la lotta dell’uomo contro tali animali e furono tra i motivi portanti della loro estinzione. Altre cause furono i disboscamenti, l’antropizzazione della montagna, le modificazioni ambientali”, ha scritto, in tempi più recenti , il giornalista e scrittore Aldo Gorfer. 

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