Anche gli alpaca per la pet therapy

 Gli alpaca sono animali mansueti e socievoli di cui vengono valorizzate le possibilità di aiutare nelle terapie a pazienti neuropsichiatrici in una esperienza riabilitativa in Maremma. Un allevamento a Sasso d’Ombrone (Grosseto) è diventato un punto di riferimento per le famiglie e i professionisti-terapisti del settore che vedono benefici nel contatto diretto dei loro pazienti con l’ alpaca. In poco più di un anno l’allevamento ha avuto 94 utenti, soprattutto persone con disabilità psichiche, sensoriali e motorie. Sono state messe a disposizione una cinquantina di mezze giornate con servizio gratuito per i fragili. 

“Gli alpaca – aggiunge il dottor Ettore Caterino, neuropsichiatra infantile – rappresentano una risorsa importantissima per bambini, adolescenti e adulti diversamente abili. Con la loro dolcezza e bellezza sono animali che invitano all’accudimento, accendono emozioni, riescono a rendere i bambini con difficoltà comunicative e disturbare relazionali attenti , propositivi, desiderosi di uscire dal guscio autistico ed entrare in relazione e proporsi.consentono di superare paure, ansie, fobie ed ossessioni e diventare degli interlocutori di apprendimento della e della relazione di aiuto, infondendo curiosità e disponibilità affettiva”. L’attività si svolge in gruppi o singoli individui, studiata e personalizzata in base alla tipologia ed al grado di disabilità, finalizzata a portare l’utente ad interagire con l’animale, dargli da mangiare, accarezzarlo e percepire delle sensazioni che ne derivano. “Questi primi 14 mesi di attività sono stati emotivamente molto intensi – ha detto la titolare dell’ azienda, Cecilia Scheggi – perché ogni attività che facciamo dona anche a noi dello staff emozioni indescrivibili. Ogni esperienza è una storia a sé, con necessità dell’utente e della famiglia sempre diversa, che noi cerchiamo nel limite del possibile di assecondare. La soddisfazione più grande è essere riusciti a far avvicinare all’animale, dargli da mangiare e accarezzarlo, da parte di persone che normalmente non toccano mai gli animali”. 

Foto di Joakim Honkasalo 

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